PALERMO – Nuovo duro colpo al mandamento mafioso di Pagliarelli a Palermo. All’alba di oggi, i Carabinieri hanno arrestato il nuovo vertice del clan di Corso Calatafimi, storica roccaforte di Cosa Nostra nel capoluogo siciliano. In manette sono finiti il reggente del clan e due suoi fedelissimi, accusati di associazione mafiosa ed estorsione.
L’indagine, condotta tra il 2021 e il 2023 e coordinata dalla DDA di Palermo, ha permesso di ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali della cosca dopo l’arresto, nel 2020, del precedente capo. In poco tempo, il nuovo boss ha riorganizzato gli affiliati ed è tornato a imporre il pizzo ai commercianti di Corso Calatafimi. Secondo gli inquirenti, il meccanismo delle estorsioni ai danni dei negozianti era collaudato e capillare. La mafia aveva stretto sotto controllo l’intera area, individuando subito le nuove attività commerciali da taglieggiare. I soldi del racket servivano soprattutto a finanziare l’associazione e a mantenere le famiglie dei detenuti.
Il pizzo veniva imposto con maggiore insistenza durante le festività di Natale e Pasqua. Chi tentava di ribellarsi veniva minacciato. In un caso un giovane è stato pestato in strada come monito per una presunta infedeltà coniugale. Un chiaro segnale mafioso.
Nonostante i recenti arresti, insomma, la mafia di Corso Calatafimi ha continuato ad operare sul territorio, grazie alla ferrea volontà del nuovo reggente di non cedere un centimetro del proprio potere criminale. Le indagini hanno dimostrato che Cosa Nostra è tutt’altro che sconfitta a Palermo. L’operazione di oggi è la seconda negli ultimi due mesi nella stessa zona, a conferma della necessità di mantenere alta l’attenzione per smantellare i clan e liberare il territorio dalla morsa mafiosa. I commercianti onesti, con il loro rifiuto a piegarsi al pizzo, sono un presidio di legalità fondamentale.